Ho chiacchierato con un’amica di scrittura, comunicazione e social, guardando indietro ai mesi difficili della quarantena.
Senza una fuga, senza paura, senza tristezza, oggi non ci sarebbero tante nuove consapevolezze, ma anche una grande e riscoperta libertà: le zavorre più insopportabili spesso sono i giudizi che ci portiamo dietro.
Martina dice che sono un tutt’uno con la mia scrittura. Sì, è vero: è il mio vanto più grande. Soprattutto perché mi ricorda costantemente che ci sarà sempre un altro modo per guardare le cose, conoscerle e scegliere che farne.
Ho una mia formazione, un mio credo rispetto alla vita che sono prontissima a smussare, e poi ho un po’ di volontà. Ma anche tanta, tantissima voglia, di lasciarmi solamente investire a volte dalle cose dell’esistenza e vedere che succede. Pare che non sia un caso: che più costruisco un palazzo moderno, innovativo, come piace a me, più qualcosa sfugge al mio controllo e il palazzo crolla.
Questo è il tenore dei miei sogni. Raccontano le mie più profonde contraddizioni che pure racchiudono la chiave per il mio prossimo upgrade. La vetta da cui tornare a vedere la realtà che mi circonda profondamente in modo diverso. Come Finale, dove vivo per ora. Sono ripiombata nei problemi dell’anonima provincia, dove l’orgoglio cresce proporzionalmente con il poco che questo posto ha da offrire. Almeno, è così per me.
Qui ho scoperto di essere uno spirito collettivo quanto disincantato, feroce solo quando è il momento di mettersi in mezzo. Tutti i difetti umani qui sono stilizzati in un’opera di pirandelliana memoria. Come il Fu Mattia Pascal che mentre in treno escogita un modo per scappare dalla sua vita, legge il suo necrologio. La straordinaria opportunità di una nuova vita nei panni di Adriano Meis, si rivela ben presto però fallace, per quanto necessaria. Non solo morire, ma anche rinascere deve accadere nel luogo del delitto.
Tutto questo per rispondere a Martina che incautamente mi ha chiesto “Come stai?” prima del nostro vaneggiamento serale su temi che mi stanno molto a cuore. E alla fine una piccola sfida: condividere una notizia tanto importante quanto passata in sordina, per selezionare in mezzo a tante informazioni qualcosa che è meglio sapere.