Che nessuna parola sia parola vuota

Nelle interviste a carattere istituzionale bisogna saper leggere tra le righe. A settembre – pare – riprenderemo la vita universitaria con parziale normalità. Credo sia importante, più di ogni altra cosa, che la dimensione della vita universitaria non venga pregiudicata nei suoi aspetti relazionali. Che gli studenti possano ancora coltivare un rapporto con la città e le sue realtà.Che non sia interdetto in alcun modo non tanto l’apprendimento quanto il processo di formazione che si attua quando si vive l’università, che è largamente trasversale.

Quest’anno ho scoperto più cose fissando il tetto a vetri della Biblioteca dei Paolotti che in aula.Nei giorni degli esami, la strada fino a Borgo Carissimi – prima e soprattutto dopo le prove – sapeva di processione solenne.L’unico bar dove il caffè costa solo 70 cent e i telefoni non prendono, l’ho scoperto troppo tardi.Il sole che anticipa il prossimo solstizio d’estate forse inizia a stordire e a inebriare della bella stagione i nostri pensieri. Ma è questo il tempo in cui verranno prese le decisioni definitive per disegnare il nostro prossimo futuro. Perciò tra le righe ho fatto il nodo a tutti gli impegni che l’Università si sta prendendo, e che io mi sto prendendo. Che nessuna parola, sia parola vuota.

Ecco quanto discusso con il Rettore dell’Università di Parma – la mia università – Paolo Andrei. –> Leggi l’intervista

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