Un game per divertirsi con gli amici durante la settimana di Sanremo ma anche qualcosa di più: il Fantasanremo determina alcuni gesti dei cantanti in gara. Ecco come un media influenza un altro media.
Si chiama transmedialità. Sul palco di Sanremo ieri sera abbiamo assistito a piccole stranezze, alcune forse sono passate inosservate, ma gli addetti ai lavori – invero oltre 500 mila utenti – avranno fatto caso al batti cinque di Morandi ad Amadeus, all’apparente insensato urlo di Bravi “Papalina!” e che i due cantanti in gara hanno citato il Fantasanremo.
Fantasanremo, cos’è
Si tratta del fantagiuoco riguardante il Festivàl di Sanremo consistente nell’organizzare e gestire squadre virtuali formate dagli artisti in gara. Un sistema di punteggi (bonus e malus) determinerà la classifica finale. Ci sono un sito web o un’app, entrambi gratuiti, dove era possibile iscriversi fino alle mezzanotte dell’ 1 febbraio scegliendo i cinque membri della propria squadra, un nome per il team e nominando un capitano.Come il fantacalcio, e per chi c’era come il Fanta Game of Thrones, che ebbe grande successo in concomitanza con l’ultima stagione della straordinaria serie televisiva dove scegliere accuratamente chi non sarebbe morto. Sono iniziative dal basso, spesso nascono in sordina, un gioco fra amici (quelli del Fantasanremo di riuniscono presso il bar Corva di Papalina per seguire la kermesse) che non immaginano di sviluppare un piccolo fenomeno mediatico.
Sanremo rivive sui social
Che i social media (anche un game) avessero restituito linfa vitale al Festival di Sanremo lo avevamo appurato da anni, ma è interessante notare come stavolta non si tratta più soltanto di una reazione o un commento dentro una bolla nazionale. Il game ha invece un’influenza diretta su ciò che accadrà sul palco: i cantanti scelgono di fare qualcosa in virtù delle regole di un altro gioco. Michele Bravi ha un milione di fan su Instagram, una fan base notevole nel sistema che decreterà la classifica finale (il Televoto avrà un peso soprattutto sabato per la finale). Perché non ingraziarsi ulteriormente chi lo ha messo in squadra nel Fantasanremo? O magari, è solo divertente.
Basterà?
La vera domanda è come sta cambiando il Festival nelle edizioni recenti, che invece per certi aspetti continua a zoppicare. A che serve questo riempitivo di donne annunciate con grande pathos e poi consegnate all’anonimato sul palco, a ribadire sinuosamente quanto è stata magnifica la loro carriera accanto ai grandi uomini del cinema (vedasi Ornella Muti). Oggi è pure morta Monica Vitti, come a fare uno sgarbo a tutti noi.
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